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Lavoro , Capone: “La narrazione renziana ormai sul viale del tramonto”

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MessaggioUGL Trasporti Gio Dic 08, 2016 10:55 am

“Ridimensionato il pesante doping contributivo sulle nuove assunzioni, la narrazione renziana è ormai sul viale del tramonto”.
Lo afferma il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, commentando i dati Istat che hanno rilevato a luglio un calo degli occupati pari allo 0,3% rispetto al mese di giugno (-63 mila), interrompendo così la tendenza positiva registrata nei 4 mesi precedenti.
“Purtroppo, come avevamo abbondantemente previsto, – sottolinea – senza politiche adeguate non si realizzano posti di lavoro, neanche nel mese di luglio in un Paese a vocazione turistica come il nostro. L’occupazione dipendente è ferma, mentre arretra pesantemente quella autonoma, nei confronti della quale l’esecutivo è ancora fermo agli annunci”.
Per Capone “se possibile, si accentua ancora di più la grande questione generazionale con i padri, almeno quelli più fortunati, costretti a restare a lavoro ben oltre i limiti fisici a causa della riforma Fornero delle pensioni e i figli che navigano fra disoccupazione ed inattività”.
“Tutto questo – conclude – con la soglia psicologica dei tre milioni di disoccupati che continua ad essere sempre troppo vicina”.“Ridimensionato il pesante doping contributivo sulle nuove assunzioni, la narrazione renziana è ormai sul viale del tramonto”.
Lo afferma il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, commentando i dati Istat che hanno rilevato a luglio un calo degli occupati pari allo 0,3% rispetto al mese di giugno (-63 mila), interrompendo così la tendenza positiva registrata nei 4 mesi precedenti.
“Purtroppo, come avevamo abbondantemente previsto, – sottolinea – senza politiche adeguate non si realizzano posti di lavoro, neanche nel mese di luglio in un Paese a vocazione turistica come il nostro. L’occupazione dipendente è ferma, mentre arretra pesantemente quella autonoma, nei confronti della quale l’esecutivo è ancora fermo agli annunci”.
Per Capone “se possibile, si accentua ancora di più la grande questione generazionale con i padri, almeno quelli più fortunati, costretti a restare a lavoro ben oltre i limiti fisici a causa della riforma Fornero delle pensioni e i figli che navigano fra disoccupazione ed inattività”.
“Tutto questo – conclude – con la soglia psicologica dei tre milioni di disoccupati che continua ad essere sempre troppo vicina”.

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