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ANTITRUST - RFI - OSSERVATA SPECIALE

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UGL Trasporti
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MessaggioUGL Trasporti Gio Dic 22, 2016 3:35 pm

ANTITRUST: F.S.I. osservata speciale
L’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) non potrà favorire il libero accesso alla rete ferroviaria italiana se continua a non tener conto di priorità assolute quali:
regole del lavoro e sicurezza degli utenti e degli stessi lavoratori.
L’Ugl Trasporti Attività Ferroviaria non vuole mettere in discussione l’operato dell’Autorità Antitrust ma non può, allo stesso tempo, restare in silenzio rispetto ad alcune azioni dalla stessa AGCM che, a nostro avviso, non rispondono ai reali problemi che affliggono il settore.
Così la Federazione Nazionale dell’Ugl TAF analizza e risponde ai passaggi evidenziati dall’Antitrust.
Primo punto: “L’assetto quasi monopolistico del mercato del Trasporto Pubblico Ferroviario L’Autorità ha evidenziato “i bassi livelli di efficienza del servizio regionale in relazione ai servizi A.V.” e che i nuovi contratti di servizio tra Trenitalia e alcune regioni, con affidamento
di durata di 10 anni prorogabili di altri 5 anni, in cui si prevede un forte investimento del parco rotabile, sono visti “come un impedimento all’espletamento delle gare dei servizi di TPL ferroviario”.
Ciò costituisce, sempre per Agcm, “uno dei principali motivi del deficit di efficienza e qualità dei servizi ferroviari regionali, nonché uno dei principali ostacoli alla minimizzazione dei sussidi pubblici riconosciuti al gestore del servizio”.
L’Ugl TAF nell’evidenziare che l’Italia, e questa purtroppo non è una sorpresa, rappresenta il fanalino di coda dell’Europa in termini di investimenti e di tariffe, si chiede, quanti milioni o miliardi di euro sono stati investiti sulla rete, sulla tecnologia e sui convogli
AV dagli anni 90 ad oggi e quanti ne sono stati spesi per la rete, per la tecnologia e per il materiale rotabile del trasporto pendolale e del servizio universale nello stesso lasso di tempo?
A quanto ammontano i “sussidi pubblici” nello stesso periodo per il trasporto pendolare e del servizio universale in Italia e quanto hanno investito, sempre nello stesso periodo, i governi delle altre nazioni europee, lo stesso dicasi del costo del servizio per il cittadino.
Siamo certi che questi sono le vere cause che sono alla base “dei principali motivi del deficit di efficienza e qualità dei servizi ferroviari regionali”, mentre certamente non sono “uno dei principali ostacoli alla minimizzazione dei sussidi pubblici riconosciuti al gestore del
servizio” in quanto sia i sussidi pubblici che le tariffe del servizio sono quelli più bassi d’Europa.
Ed ora che Trenitalia - sostituendosi anche al un vuoto politico e di programmazione economica che da decenni ha penalizzato il trasporto pendolare - propone dei Contratti di Servizi alle regioni affinché mettono in campo sinergie e reali investimenti per aumentare la
qualità del materiale rotabile per erogare anche un servizio di qualità ai cittadini italiani, ci si appiglia “alla’espletamento delle gare per l’aggiudicazione dei servizi di TPL”.
Ma a questo proposito occorre chiedersi quale priorità ha il lavoro ed i lavoratori?
In queste “gare” viene garantito il lavoro a tutti gli addetti del bacino interessato alla gara?,
e quale CCNL si applica?
La concorrenza tra gli operatori che parteciperanno a queste gare viene effettuata sulle capacità industriali dell’impresa o solo a discapito del lavoro, della qualità del servizio erogato o ancor peggio sulla sicurezza del trasporto?
Forse proprio partendo da queste considerazioni l’AGCM potrà espletare un analisi più puntuale, ascoltando anche le parti sociali chi rappresentano l’anello debole della catena: I lavoratori.
Secondo punto: L’operazione di cessione della proprietà di Ferrovie del Sud Est S.r.l. al Gruppo FSI.
L’Autorità nel rilevare profili di incompatibilità con la normativa europea in materia di “aiuti di stato” per l'operazione di cessione “a titolo gratuito” al Gruppo F.S.I. della proprietà di Ferrovie del Sud Est S.r.l. (che è fallita) fa presente che questa operazione riduce “in modo
sostanziale e durevole la concorrenza”.
Non si tratta di un’acquisizione a titolo gratuito per il Gruppo FSI visto che stiamo parlando di una società fallita che necessita di importanti investimenti sulla rete (circa 200 Mln), come d’altronde lo necessitano la maggior parte delle reti ferroviarie in concessione e/o regionali.
A nostro avviso è indispensabile che le reti ferroviarie italiane siano gestite da un solo soggetto per garantire adeguati standard di sicurezza e che tutelino sia gli utenti che gli addetti ai lavori.
Ma a questo proposito occorre chiedersi se è prioritario mettere in sicurezza tutte le linee ferroviarie, per garantire anche un servizio sicuro e migliore ad utenti, pendolari e studenti, sapendo che la rete di RFI è tra le più sicure al mondo, oppure è prioritario esaminare gli
“indebiti vantaggi con riguardo alla futura assegnazione dei servizi di trasporto pubblico locale in Puglia, sia su gomma (in scadenza nel 2018) sia su ferro (in scadenza nel 2021)”?, che riguarda il servizio espletato e non la proprietà della rete.
Per l’Ugl TAF la risposta è semplice, tutte le reti ferroviarie devono essere gestite da RFI, che ha dimostrato di garantire, innanzitutto, un alta sicurezza dell’esercizio ferroviario .
Terzo punto: Il servizio di manovra ferroviaria L’Autorità nell’evidenziare che la manovra ferroviaria è un’importante attività nella catena
per il trasporto delle merci, ha posto sotto osservazione alcuni porti ed interporti (Novara Boschetto; Melzo Scalo; Milano Smistamento; Gallarate - Terminal Ambrogio; Verona - Quadrante Europa; Padova Interporto; Venezia scalo di Marghera; Bologna Interporto;
CastelGuelfo; Piacenza; Ravenna; La Spezia Nodo – stazione Marittima, Migliarina e S.
Stefano di Magra; Livorno Calambrone; Bari Lamasinata) ed ha avviato una “consultazione pubblica” sulle misure di regolazione per garantire: “l’economicità e l’efficienza gestionale dei servizi di manovra ferroviaria; l’applicazione di criteri oggettivi e misurabili nel rispetto dei principi di trasparenza; l’equità e non discriminazione nell'accesso ai servizi di manovra”.
Allora ci chiediamo: quali sono questi “criteri oggettivi e misurabili” per garantire “l’economicità e l’efficienza gestionale”.
Tra questi criteri oggettivi e misurabili c’è la clausola di salvaguardia per gli addetti del settore che hanno anche un’elevata professionalità?, c’è la garanzia che l’economicità e l’ efficienza gestionale si deve basare sulle capacità industriale dell’impresa e non sulla sicurezza
ed il costo del lavoro?
In conclusione l’UGL TAF fa presente che:
• Il trasporto ferroviario in Italia, a differenza di quello delle altre nazioni europee, è il più liberalizzato e che la rete di RFI è certamente la più sicura d’Europa;
• Sono decine le società ferroviarie che hanno il “Certificato di Sicurezza” ed operano sia nel settore merci che viaggiatori;
• Nell’area padana treni di società francesi, austriaci e spagnoli effettuano regolarmente servizio, ma certamente non vediamo treni di Trenitalia che effettuano analogo servizio all’estero, seppure da anni Trenitalia ne ha fatto richiesta;
• L’unica concorrenza in tutta l’Europa sull’AV, il trasporto di punta ed il più remunerativo, seppure in Italia si svolge con le tariffe più basse d’Europa, c’è solo in Italia (NTV);
• Da anni ci sono società ferroviarie che effettuano trasporto merci, che applicano i più svariati e fantasiosi contratti di lavoro, ma che non hanno travasato un solo punto percentuale di merci dal trasporto su gomma a quello su ferro;
• Come sindacato, basandoci sulla conoscenza e sull’esperienza diretta del servizio ferroviario, sono anni che chiediamo di avere regole comuni per tutti gli operatori che effettuano trasporto per ferrovie;
• I lavoratori del settore ferroviario svolgono un servizio particolare che necessita di esperienza e professionalizzazione continua e che abbia un giusto equilibrio tra lavoro e stress, ed è per questo che ci battiamo anche per avere un CCNL riconosciuto ed
adottato da tutte le imprese ed applicato per tutti i lavoratori del settore.
Forse, se possiamo dare un suggerimento all’ACGM, occorre partire proprio dalle regole del lavoro, che sono alla base della sicurezza dell’esercizio, per raggiungere gli obiettivi che l’Autorità vuole perseguire, ed in quest’ottica certamente il sindacato può dare il proprio contributo.

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