Seconda lettura del 4° pacchetto ferroviario
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Oggetto: Seconda lettura del 4° pacchetto ferroviario
Il Parlamento Europeo sta procedendo alla seconda lettura del 4° pacchetto ferroviario
prendendo in esame le proposte di modifica del Regolamento OSP 1370/2007, inerente il trasporto
pubblico dei passeggeri, per effettuare un’ulteriore passo verso una liberalizzazione più spinta.
Dall’esame del OSP 1370/2007, al punto 17, seppure si pone l’attenzione ad “esempio” su
alcune importanti questioni, quali le “condizioni minime di lavoro”, la “tutela dell’ambiente, alla
sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori nonché agli obblighi dei contratti collettivi” come pure
“evitare il dumping sociale”, si demanda il tutto alle “autorità competenti” che “hanno la facoltà di
stabilire criteri sociali e di qualità al fine di salvaguardare e rafforzare …. gli obblighi del servizio
pubblico” per “poter imporre specifici standard sociali e di qualità del servizio”.
L’esperienza in materia ci preoccupa e non poco, in quanto:
• il demandare a “autorità competenti” nazionali non indicando quali,
• il non indicare i criteri per “evitare il dumping sociale”,
• il generico riferimento a “obblighi dei contratti collettivi”,
aprirebbero delle praterie che porrebbero le basi per una liberalizzazione del mercato del trasporto
passeggeri ferroviario senza regole, con normative diverse tra i vari paesi europei, a danno della
sicurezza sia del trasporto dei passeggeri che dei lavoratori addetti al trasporto ferroviario, che
hanno una particolare e specifica professionalità.
Su questi presupposti, a nostro avviso, non si va da nessuna parte, mentre è indispensabile che
il 4° pacchetto ferroviario norma senza equivoci le “condizioni minime di lavoro” per “evitare il
dumping sociale”. Ciò è possibile solo se nella Direttiva Europea viene specificato
espressamente l’applicazione del CCNL del settore ferroviario, vigente nel paese ove si svolge
l’attività ferroviaria, che deve essere adottato da tutte le imprese ferroviarie e quelle delle attività
appaltate ed applicato a tutti i lavoratori del settore del trasporto ferroviario ed inserendo nel
dispositivo, nel caso di gare di appalto del servizio pubblico, anche la salvaguardia per tutti i
lavoratori del settore (clausola sociale).
Ciò è necessario proprio per raggiungere gli obiettivi previsti al citato punto 17 e cioè di
“tutela dell’ambiente, alla sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori” nonché di “salvaguardare e
rafforzare …. gli obblighi del servizio pubblico”.
Solo inserendo tali norme nel 4° pacchetto si può regolare e garantire una liberalizzazione del
mercato che si basi sulla capacità industriale delle imprese di trasporto e non a discapito del lavoro e
dei lavoratori, in quanto le condizioni comuni di lavoro ed i limiti d’orario del lavoro, che sono
strettamente correlati alla sicurezza del trasporto, possano garantire la qualità e l’incolumità dei
lavoratori e dei passeggeri.
Distinti saluti.
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Il Parlamento Europeo sta procedendo alla seconda lettura del 4° pacchetto ferroviario
prendendo in esame le proposte di modifica del Regolamento OSP 1370/2007, inerente il trasporto
pubblico dei passeggeri, per effettuare un’ulteriore passo verso una liberalizzazione più spinta.
Dall’esame del OSP 1370/2007, al punto 17, seppure si pone l’attenzione ad “esempio” su
alcune importanti questioni, quali le “condizioni minime di lavoro”, la “tutela dell’ambiente, alla
sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori nonché agli obblighi dei contratti collettivi” come pure
“evitare il dumping sociale”, si demanda il tutto alle “autorità competenti” che “hanno la facoltà di
stabilire criteri sociali e di qualità al fine di salvaguardare e rafforzare …. gli obblighi del servizio
pubblico” per “poter imporre specifici standard sociali e di qualità del servizio”.
L’esperienza in materia ci preoccupa e non poco, in quanto:
• il demandare a “autorità competenti” nazionali non indicando quali,
• il non indicare i criteri per “evitare il dumping sociale”,
• il generico riferimento a “obblighi dei contratti collettivi”,
aprirebbero delle praterie che porrebbero le basi per una liberalizzazione del mercato del trasporto
passeggeri ferroviario senza regole, con normative diverse tra i vari paesi europei, a danno della
sicurezza sia del trasporto dei passeggeri che dei lavoratori addetti al trasporto ferroviario, che
hanno una particolare e specifica professionalità.
Su questi presupposti, a nostro avviso, non si va da nessuna parte, mentre è indispensabile che
il 4° pacchetto ferroviario norma senza equivoci le “condizioni minime di lavoro” per “evitare il
dumping sociale”. Ciò è possibile solo se nella Direttiva Europea viene specificato
espressamente l’applicazione del CCNL del settore ferroviario, vigente nel paese ove si svolge
l’attività ferroviaria, che deve essere adottato da tutte le imprese ferroviarie e quelle delle attività
appaltate ed applicato a tutti i lavoratori del settore del trasporto ferroviario ed inserendo nel
dispositivo, nel caso di gare di appalto del servizio pubblico, anche la salvaguardia per tutti i
lavoratori del settore (clausola sociale).
Ciò è necessario proprio per raggiungere gli obiettivi previsti al citato punto 17 e cioè di
“tutela dell’ambiente, alla sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori” nonché di “salvaguardare e
rafforzare …. gli obblighi del servizio pubblico”.
Solo inserendo tali norme nel 4° pacchetto si può regolare e garantire una liberalizzazione del
mercato che si basi sulla capacità industriale delle imprese di trasporto e non a discapito del lavoro e
dei lavoratori, in quanto le condizioni comuni di lavoro ed i limiti d’orario del lavoro, che sono
strettamente correlati alla sicurezza del trasporto, possano garantire la qualità e l’incolumità dei
lavoratori e dei passeggeri.
Distinti saluti.
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